Svariate ipotesi sul caso di Tatiana Tramacere, ritrovata in uno stanzino di una mansarda dopo oltre 10 giorni dalla sua scomparsa.
I timori per le sue condizioni erano tanti ed erano stati manifestati apertamente anche dalla madre alcuni giorni fa. Adesso, il caso di Tatiana Tramacere, in parte, ha fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo. La ragazza, inizialmente sparita da Nardò il 24 novembre, è stata ritrovata nella serata di giovedì 4 dicembre dai carabinieri in una stanzina di una mansarda, usata dal 30enne rumeno Dragos-Ioan Ghermescu, l’ultimo ad averla vista il pomeriggio della sparizione.

Tatiana Tramacere ritrovata: le ipotesi
La studentessa di 27 anni, Tatiana Tramacere, scomparsa da Nardò il 24 novembre, è stata ritrovata nella serata di giovedì 4 dicembre dai carabinieri. Secondo quanto si apprende, era nascosta in un piccolo vano della mansarda usata dal 30enne rumeno Dragos-Ioan Ghermescu, l’ultimo ad averla vista il pomeriggio della sparizione. Al momento, Dragos è stato ascoltato per ore nella caserma di Lecce, e risulterebbe indagato. Dalle informazioni che filtrano, l’uomo sarebbe stato indagato inizialmente per istigazione al suicidio, ma l’ipotesi potrebbe cambiare se verrà confermato un sequestro di persona.
Le reazioni delle autorità e della famiglia
“Tatiana è viva, sta bene e in apparenti condizioni di buona salute. Lasciateci lavorare per comprendere se era in uno stato di costrizione o se era una sua volontà”, ha fatto sapere subito dopo il ritrovamento della ragazza il colonnello Andrea Siazzu lasciando la casa in cui è stata trovata la giovane.
Gioia anche da parte della famiglia di Tatiana: “In questo momento sto vivendo anticipatamente il mio Natale in famiglia”, ha detto il signor Rino, padre della giovane. L’uomo ha dichiarato che “non ho ancora sentito Tatiana, stiamo aspettando”, ma insieme a lei “c’è suo fratello Vladimir” e “speriamo che torni stasera a casa”. A Dragos “non diciamo niente, sarà la legge a fare il suo dovere”, ha aggiunto il padre sottolineando che “la comunità di Nardò ci è stata vicina […]”.